Mi sembra di intravvedere nella Cesarea della mia vita una strada di luce, nascosta tra questi versetti. Il punto di partenza sta nell’ascolto veritiero e profondo della Parola, perché accogliendola essa purifichi il mio cuore ed esso divenga da pietra in carne, malleabile tra le mani di Gesù. Questo brano di Matteo mi mette di fronte ad un contrasto tra la mia intelligenza che vuole comprendere, e la sapienza di Dio. Tra l’intelligenza umana, i ragionamenti della mente, ovvero tra Gesù e il mio mondo. Vorrei chiudermi, dirmi di non crearmi problemi e che la vita basta; poi tra le arcate del cuore sento risuonare le parole di Simon Pietro, odo la sua confessione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», e diventa per me l’inquietudine di un cuore che cerca la verità.
I due personaggi, Gesù e Pietro, ci provocano nel poterli riconoscere in ciò che essi sono realmente. Cesarea di Filippo, lontana, quasi contrapposta a Gerusalemme, diventa il nostro io interiore, dove con i due protagonisti scopriamo questo spazio come un dono di conoscenza reciproca. La nostra vita di discepoli è sempre un percorso verso la ricerca della vera identità di Gesù e quindi della nostra. Gesù, con la sua domanda:
«La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?», non è spinto da semplice curiosità. In qualche modo, piuttosto, vuole capire meglio chi Egli sia. La conoscenza o meno di noi agli occhi degli altri può aiutarci a capire di più di noi stessi.
Pietro nel suo lungo percorso esistenziale, pieno di inciampi e di rinunce, arriva là dove non tutto ciò che appare è evidente, capisce che un cammino nella fede da soli non siamo in grado di percorrerlo, a meno che il Padre non intervenga, manifestandosi in Gesù. Allora nella relazione con Lui è possibile conoscerLo e conoscersi veramente.
(A cura del Mieac)
Solo incontrandoLo lo riconoscerai!
Signore Gesù, Figlio del Dio vivente,
non è facile leggersi dentro, così come riconoscerti in me,
creatura a tua immagine e somiglianza.
Concedimi di fare un primo passo verso di te,
ma anche tu vienimi incontro,
perché talvolta sono in balìa di dubbi che non riesco a gestire.
Donami di riconoscerti senza giudizio e timore,
ma nella libertà e nella gioia di un dono ritrovato,
che sono io e tu con me, nello Spirito Santo, con i fratelli. Amen.
Per gentile concessione dell’Editrice AVE