Questa parabola è centrata sulla chiamata di Dio all’amore per tutti. Questa chiamata è inscritta nella natura stessa di Dio che è Amore. Per questo Dio insiste ne voler riempire la sua casa di invitati alle nozze. La chiamata al suo amore, a vivere con lui, per lui, in lui.
In definitiva, a centrare la propria vita nell’amore. Essere finalmente felici e dare un senso pieno alla propria vita presente e futura. Di fronte a questa chiamata ci si pone in maniera diversa: c’è chi si disinteressa completamente nonostante i ripetuti appelli magari di Dio, c’è chi invece accetta questa chiamata e inizia un rapporto serio con Dio, c’è ancora chi accetta questa chiamata ma non entra nel cuore della chiamata stessa, non raggiunge la profondità del rapporto con Dio, non conosce questo Dio perché la sua risposta alla chiamata è solo di facciata.
Per i primi e questi ultimi non c’è una scoperta vera dell’amore, costoro sono esclusi dalla grandezza e dalla bellezza del regno. Chi rimane? I cosiddetti Buoni e Cattivi che indossano l’abito nuziale, cioè coloro che hanno incontrato il Signore nella loro vita e hanno iniziato un rapporto profondo con lui, si sono lasciati purificare… si sono lasciati rivestire piano piano dell’habitus di Cristo, dello stile di vita di Gesù.
L’ abito nuziale è il segno di appartenenza a Cristo: sono coloro che sono entrati in questa dinamica profonda, intima, di rapporto amoroso e amante con il Signore, sono coloro a cui è aperto il regno dei cieli. Cristiani che rifiutano l’amore di Dio, cristiani che l’accettano in pienezza e cristiani solo di facciata. Queste sono le tre tipologie che questa parabola ci presenta.
Tu in quale ti ritrovi?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade