Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 10 Agosto 2020

Medita

Il breve testo del vangelo di Giovanni è una sintesi intensissima dell’insegnamento del Maestro. Gesù, in parole e opere, ha consegnato ai suoi discepoli prima, e a tutti noi ora, le condizioni necessarie per porsi alla sua sequela.
Il Nazareno pone l’accento sul tema della libertà: egli non ha mai imposto nulla, non si è avvalso della sua potenza per costringere nessuno. Ha condiviso fino in fondo l’umanità, ad esclusione del peccato, e sperimentato le difficoltà e le gioie. Chi “vuole seguire” è colui che sa e accetta liberamente lo stile richiesto dal Signore, consapevole della fragilità che caratterizza la creatura, ma saldo nella certezza che l’Emmanuele sarà sempre presente.
Solo una persona libera da ogni condizionamento può accettare di servire il Risorto, rifiutando le consuetudini dell’epoca e quelle di oggi, facendo propria nella vita l’indicazione che leggiamo nei primi due periodi del brano evangelico.
Il messaggio è di una chiarezza disarmante: l’immagine che introduce la pericope richiama quel mondo agricolo molto spesso presente nelle parole del Figlio di Dio. Permetteva a tutti di cogliere, partendo dalla realtà quotidiana, le conseguenze positive che scaturivano dalla morte del seme.

I frutti che ne derivano sono gli stessi che seguiranno anche quando è l’uomo stesso ad essere seme. Il Crocifisso indicherà non solo con le parole la necessità del sacrificio personale volto alla salvezza degli altri. È un Maestro che vive quello che dice e che chiede di essere seguito liberamente da tutti.
Conosciamo le resistenze dei suoi amici quando si avvicineranno i giorni della Passione. Sappiamo bene anche le nostre difficoltà ad accettare questo invito. Lorenzo, come tutti i martiri di ieri e di oggi, ci ricorda che le parole pronunciate da Gesù non sono un paradosso ma corrispondano a verità.
Non possiamo che sperare, dunque, che il premio finale cui tutti tendiamo sia quello descritto nell’ultimo paragrafo.

Rifletti

Lorenzo, come tutta la schiera dei martiri per la fede, ricorda l’amore di Dio per noi che muore in croce per la nostra salvezza. E ci consegna come sia possibile la totale rinuncia di sé fino all’amore per Dio. E per i fratelli.
Questa è la via tracciata dal Risorto.

Prega

Nulla mi gioverebbero le lusinghe del mondo e tutti i regni di questo secolo.
È bello per me morire in Gesù Cristo più che regnare sino ai confini della terra.
Cerco quello che è morto per noi; voglio quello che è risorto per noi.
Il mio rinascere è vicino.
(Ignazio di Antiochia, Ai Romani, 6, 1)


AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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