Commento al Vangelo di domenica 9 Agosto 2020– mons. Giuseppe Mani

Perché dubitare?

Ogni miracolo, come ogni parabola del Vangelo ha un significato. La chiave di lettura del Vangelo di oggi è nelle ultime parole “Veramente tu sei il Figlio di Dio”. Si tratta quindi di un miracolo per consolidare la fede dei discepoli, un segno per la loro fede.

Per l’uomo della Bibbia gli abissi marini sono il luogo dell’abitazione di mostri e di forze malefiche che minacciavano le flotte. Per questo i discepoli erano terrorizzati del mare in tempesta e la fragilità della loro imbarcazione aumentava la paura.
Il Vangelo ci mostra che le forze del male e della morte che minacciano gli uomini e da cui Gesù ci ha liberati sono ancora più forti.

E’ evidente che l’episodio ci mostra Gesù Salvatore e Vincitore con la sua Resurrezione. La venuta di Gesù avviene “alla fine della notte”, evoca così l’uscita dalla tomba. La presenza sconvolta dei discepoli che dopo la Resurrezione pensavano “che fosse uno spirito”. Gesù li rassicura con la parola “Sono io” , “Io sono “.
Pietro si rivolge a Gesù chiamandolo due volte “Signore”, il nome divino dato a Gesù risorto dalla chiesa primitiva.
L’episodio è più rivelatore che spettacolare, non molto diverso da quello della Trasfigurazione.
Riceviamo uno dei più bei segni della identità del Cristo, Figlio di Dio. Dio cammina sulle nostre strade caotiche per salvarci dal pericolo della morte.
Si è spesso paragonata la chiesa come una nave che attraversa l’oceano dei secoli in mezzo ad incessanti tempeste per portare l’umanità al porto della vita. Gli avvenimenti di questi due ultimi millenni giustificano il Vangelo. Dalle prime persecuzioni alla rottura col giudaismo alle prime eresie devastatrici dei primi secoli la chiesa non è mai stata calma e i discepoli hanno sempre dovuto remare contro vento.
Neppure oggi è una traversata facile attraverso la lotta alle tentazioni della ricchezza e della potenza. E’ affrontata dal paganesimo sotto tutte le forme. Spesso si è addolorata per la mancanza di fedeltà dei suoi non fedeli al Vangelo.
Noi stessi siamo testimoni delle lotte attuali della Chiesa e delle sfide nuove tra cui deve essere lievito di verità e di libertà tra la massa umana.
“Che avvenire può avere?” Si chiedono coloro che si interrogano sulla fine delle grandi religioni! Non lasciamoci impressionare! All’alba del terzo millennio manteniamoci fermi nella nostra fede sulla promessa di Cristo.
Il tempo della Chiesa è il tempo dell’assenza visibile di Cristo ma il tempo dello Spirito difensore. Il Cristo, apparentemente fuori dalla Chiesa ha una presenza discreta come un vento leggero. Siamo forti della presenza del Signore “tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Perché Pietro chiese di camminare sulle acque incontro al Signore? Per dare sfogo alla sua abituale foga? Per provare la realtà della Presenza del Signore? Una cosa è certa: “vuole andare verso Gesù” senza pericolo. Ma dimentica la fiducia e si lascia portare dal suo istinto. Dubita. Ha paura e affonda. Gesù gli tende la mano e lo fa risalire sulla barca con Lui non senza avergli fatto un rimprovero di esser “un uomo di poca fede”.

Riconosciamoci nell’Apostolo Pietro, col nostro entusiasmo, le nostre belle risoluzioni e i nostri dubbi. Qualunque siano le nostre lotte e tempeste del corpo, del cuore e dell’anime siamo sicuri che il Signore ci tende la mano e ci tira verso di Lui. Tendiamo la nostra ai nostri fratelli!

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