d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 6 Agosto 2020

Gesù non si nasconde per trent’anni per falsa modestia né si manifesta per superbia e vanitosità. È l’Amore nel Padre che lo guida. Qui si rivela nella sua gloria ad alcuni apostoli, ad alcuni pastori e dice loro di non comunicare ad altri questa visione finché non sia risorto dai morti. Fortifica dunque nella fede questi tre discepoli in vista dello scandalo della Sua passione ma anche li ammaestra a lasciarsi portare con fiducia e pazienza dai tempi del suo rivelarsi.

La trasfigurazione è da molti considerata la cresima di Cristo e vediamo infatti, più esplicitamente in Luca, che Mosè ed Elia parlano con Lui del suo esodo che sarebbe avvenuto a Gerusalemme. La sua vocazione: donare la vita per redimere gli uomini. Ed il dono di venire ascoltato. Almeno, virtualmente, da alcuni in particolare. Pietro mostra la tendenza umana ad impossessarsi anche del mistero, a gestirlo secondo propri criteri e la nube che li avvolge proprio togliendo loro la possibilità di vedere li libera da tali ristrettezze e li apre ad ascoltare il graduale rivelarsi di Dio, ad abbandonarsi a Lui.

I tre apostoli sperimentano una felicità, una Luce, meravigliose, che fanno loro desiderare di restare lì per sempre. Ma invece sarà per loro un cammino far entrare questa grazia vivificante in ogni angolo della propria umanità. Ecco il motivo delle gioie e delle aridità nella sequela. Incasellare, poi, in tre tende Gesù, Mosè ed Elia evidenzia questo apprendere la lezioncina col cervello, come nozioni frammentate, invece di lasciarsi portare da Cristo nel mistero di Dio, dell’uomo, del mondo, un mistero di Parola e di vita sempre nuova. Gesù parla di Legge e di profeti. Insieme.

I discepoli sono turbati da queste spiazzanti esperienze ed è bello vedere Gesù che si avvicina loro, li tocca e gli dice di alzarsi e di non temere. Egli è con loro, la Via, la Verità e la Vita è con loro ed essi possono scendere con fiducia, coraggio, pazienza, speranza, dal monte alla vita quotidiana.


A cura di don Giampaolo Centofanti nel suo blog.

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