‘… i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere…’
Quanta serenità in quella immagine dei pescatori seduti a riva! Gli uomini del regno, afferma Gesù, sono quelli che sanno fare propria l’arte di sedersi per vagliare con attenzione, con calma.
In queste parole di Gesù viene messo a tema un rischio, quello di spaventarsi e allarmarsi senza motivo. Per questo è necessario concedersi tempo, il tempo che occorre per passare al vaglio sentimenti, pensieri, emozioni, desideri, chiamando per nome le cose e non temendo di buttare via i cattivi. Il discernimento si compie solo prendendo tempo, curando le disposizioni del cuore e assicurando una giusta comodità. Occorre, perciò, la stessa diligenza dello scriba per non rischiare di essere superficiali e distratti: fare nostre, perciò, l’arte dell’attesa e la forza della pazienza.
La nostra vita come la vita della Chiesa è simile a una rete gettata nel mare: in me c’è il santo ed il peccatore, l’uomo di fede e l’incredulo, colui che è capace di compiere il bene e colui che compie il male. Sta a noi lasciarci continuamente illuminare dalla luce e dalla grazia dello Spirito perché sappiamo diventare conformi a quell’uomo che Dio ha pensato.
Nel tesoro del nostro cuore ci sono cose nuove e cose antiche che custodiscono la loro preziosità. Guai a pensare, perciò, che il valore risieda solo nella ripetizione stanca di un passato ma guai anche a pensare che solo il nuovo abbia diritto di esistere: il nuovo non soppianta definitivamente il vecchio ma lo porta a compimento, né il vecchio può impedire al nuovo di apportare la sua freschezza e la sua capacità di leggere le cose con uno sguardo diverso.
È proprio della sapienza riconoscere il bene da qualunque parte venga sapendo che non è un tempo né un luogo a stabilire ciò che senz’altro è bene ma un cuore docile che si lascia ammaestrare dal Signore a qualunque tempo o popolo appartenga.
Che cosa fa di ciascuno di noi un buon scriba? La capacità di restare ancorato al vangelo e la disponibilità a mettere in dialogo realtà che a tutta prima sembrerebbero inconciliabili.
AUTORE: don Antonio Savone
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