Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 2 Agosto 2020, da Radio Vaticana (per il file audio) e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
«Avendo udito della morte di Giovanni Battista, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte ». Il profeta è stato ucciso barbaramente durante un banchetto grottesco, per soddisfare le voglie di una danzatrice adolescente. Ma se la profezia viene messa a tacere allora inizia la realtà, perché la profezia, se è vera, si compie.
La metabolizzazione della notizia della morte del Battista richiede la solitudine di un deserto, è bene cercare un luogo fuori portata. Ma in questo spazio Gesù trova tanta gente povera e malata. Il vuoto creato dalla fine della profezia diventa allora lo spazio della compassione. Questo è più importante di quanto possa apparire a prima vista: se la profezia non prelude all’amore, che profezia è? Non è secondo lo Spirito ma un vaticinio vuoto.
E come ragiona la compassione? «Egli vide una grande folla, sentì compassione per loro»: si parte dallo sguardo. Ci vogliono occhi per vedere. Come quando si cambia canale perché vanno in onda immagini di dolore, di fame e di malattia, e non si regge, si fa zapping, per paura di essere “presi”; o come quando si cambia discorso per non pensare troppo a qualcosa che scardinerebbe il nostro assetto, che ci metterebbe troppo in discussione. Reggere, invece, lo sguardo e continuare il discorso, perché la compassione è lì che ci aspetta, che mendica i nostri neuroni, che deve essere, in fondo, solo accolta, innescata, assecondata.
I discepoli non hanno questo sguardo, vedono altro: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Va bene la compassione, ma ad impossibilia nemo tenetur, anzi, in stato di necessità, continua il latinorum della razionalità romana, Necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem – la necessità non sottostà alla legge perché è lei stessa legge. C’è poco da decidere, è necessario e quindi già deciso: che la gente si vada a cercare da mangiare. I discepoli usano l’imperativo, questo non è consiglio, è dovere.
DARE SÉ STESSI. […]
Continua a leggere su famigliacristiana.it