La morte di Giovanni Battista segna uno spartiacque nella vita e nel ministero di Gesù. Il Maestro avverte l’esigenza di ritirarsi in un luogo deserto, dopo un periodo intenso vissuto sulle rive del lago di Tiberiade, a contatto con la folla che gli domandava la liberazione dal male e la guarigione dalle infermità.
A tutto ciò Egli non si è sottratto, accompagnando i gesti con la predicazione.
Questo brano si offre molto bene per consentirci di fare una vera e propria composizione di luogo: visualizzare l’ambiente in cui l’episodio si è svolto, identificandoci, di volta in volta, nelle folle che cercano Gesù, affrontando un faticoso percorso a piedi per raggiungerlo; riflettere sui discepoli che restano accanto a Lui, seguendoLo ovunque, però ancora incapaci di cogliere il mistero profondo del loro Maestro; cogliere l’importanza di riportare a Gesù tutto quanto abbiamo, nella certezza che, sebbene sia poco, nelle sue mani quel poco può divenire incommensurabile fino a sfamare tanti e averne in sovrabbondanza.
Infine possiamo contemplare il mistero profondo di Gesù, nostro Maestro e Signore: il suo desiderio di rivolgersi costantemente al Padre, affidandosi completamente a Lui; il suo rimettersi in gioco, guarendo e donandosi senza misura. Egli, sacerdote e nostro pastore, ci conduce su pascoli erbosi e al banchetto di comunione universale annunciato dai profeti: tutto questo vivendo radicato nel Padre, a cui sempre si è rivolto in rendimento di grazie e da cui trae ogni benedizione.
(A cura dell’Istituzione Teresiana)
Diventare pane.
Signore Gesù,
sacerdote per sempre e pastore buono,
insegnaci attraverso il contatto vivo
con i tuoi gesti e le tue parole
a divenire segno permanente di azione di grazia,
benedizione, eucaristia vivente
per ogni tipo di fame intorno a noi.
Per gentile concessione dell’Editrice AVE