Medita
Il ritorno al sepolcro prima dell’alba la dice lunga su che notte abbia passato Maria di Màgdala e su quale sia il suo stato d’animo. La pietra ribaltata e la tomba vuota inseriscono subito nel racconto una tensione drammatica che continuerà a salire fino all’epilogo. Corre subito Maria dagli apostoli a riferire e il plurale Non sappiamo dove l’hanno posto tradisce il suo desiderio di coinvolgere anche loro nel suo dolore. Accorrono i due apostoli, ma poi se ne vanno e lei rimane sola a sfogare il suo dolore sulla tomba vuota. La immaginiamo in lacrime mentre continua a chinarsi e a guardare nel cunicolo, sperando chissà cosa. Alla prodigiosa apparizione degli angeli dentro la tomba non fa alcun caso e anche a loro chiede del Signore, questa volta in forma più personale: col singolare Non so dove l’hanno posto e soprattutto con l’aggettivo mio Signore. Ad un tratto, forse un fruscìo, lei si gira e Lui è lì! Ma non lo riconosce e torna a guardare verso la tomba! Sorprende l’apparente, incomprensibile distacco di Gesù che, senza svelarsi, la chiama donna e le rivolge domande oziose delle quali Lui sa benissimo le risposte. Anche a Lui Maria chiede con ostinazione del suo Signore. La tensione drammatica del racconto, esasperata da questa situazione irrisolta, si scioglie improvvisamente con due sole parole: un nome di persona, Maria, e una qualifica, Rabbunì, alterazione ebraica affettiva, confidenziale, della parola “maestro”. Il congedo di Gesù è quasi brusco, ma Maria, col cuore gonfio di consolazione, vola dai discepoli a dare la notizia della quale forse a lei sfugge l’immenso significato teologico: quello che per lei conta è che il “suo” Signore è vivo.
Rifletti
È un vero e proprio racconto d’amore il brano evangelico che abbiamo appena letto, e non sorprende che lettori non supportati dalla fede l’abbiano travisato fantasticando sui rapporti tra Gesù e la Maddalena. In realtà il paradigma di amore rappresentato dal racconto è riservato a ciascuno di noi, e Maria, con il suo attaccamento al Signore e la sua caparbietà nel cercarlo, anche e proprio nel momento di massimo dubbio circa il suo esserci ancora, è un luminoso esempio di cosa il Signore desidera da ciascuno di noi.
Prega
Signore Gesù, persino chi ti ha conosciuto bene
ha avuto difficoltà a ri-conoscerti.
Chissà quante volte sei apparso anche a noi
e noi abbiamo continuato a guardare altrove
senza accorgerci di niente.
Chiamaci per nome come hai fatto con la Maddalena,
te ne preghiamo, per farci guardare
verso il Tuo Volto e ricordarci tuoi insegnamenti.
AUTORE: Claudia Lamberti e Gabriele Bolognini
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
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