Riunirsi per festeggiare, unire le forze per una causa comune, convergere con altri, anche sconosciuti, verso un luogo dove speriamo di incontrare una parola sensata, o una mano che possa aiutarci, guarirci. Gli umani non son creati per la solitudine. L’onestà drammatica del Vangelo: ci si può incontrare anche per fare il male, per confrontarsi e scegliere insieme dettagli e strategie dell’ingiustizia. Scendere dal letto e uscire di casa per celebrare la vita con altri o per bestemmiarla meglio.
La beffa della storia: i presunti esperti della legge di Dio si ritrovano per discernere come meglio violare lo spirito e la lettera del comandamento della vita («non uccidere!»), mentre molte vite incrinate e anonime, segnate forse dal sospetto («chi ha peccato, lui o i suoi genitori?»), si ritrovano inconsapevolmente dal lato dello Spirito di Dio.
Gesù si esercita nell’arte di vivere secondo il sogno di Dio: lontano dal consiglio degli empi, lontano fisicamente dalle loro piazze ma soprattutto da ciò che agita i loro cuori; raggiungibile e vicino per tutti quelli che sono animati dal fuoco santo della speranza, per sostenere con amore la loro fiammella, oggi e fino alla fine.
Matteo Suffritti SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato