Conosce bene la Scrittura, il Signore, la conosce meglio dei suoi accusatori, la conosce meglio di coloro che si sentono più devoti di Dio. Accusano gli apostoli di non rispettare il riposo dello shabbat perché raccolgono delle spighe mentre attraversano il grano.
E Gesù, prontamente, reagisce citando la scrittura: quando Davide, scappando dal re Saul, si fermò e chiese i pani riservati al sacrificio trasgredì a una norma severa e anche i sacerdoti del tempio celebrano senza violare lo shabbat. Insomma: ogni legge ha le sue eccezioni e, soprattutto, le leggi di Dio vanno sempre accolte con intelligenza.
Lo sa bene Gesù, che intende riportare la legge alla sua origine, perché il sabato è fatto per l’uomo e non viceversa. Il rischio è sempre presente: quando le norme, anche quelle che attribuiamo a Dio, finiscono con lo schiacciare la libertà, significa che qualcosa non funziona nella nostra fede.
Viviamo con intelligenza le prescrizioni della nostra fede, riportandole alla loro origine: Gesù non è un anarchico che vuole abolire le leggi di Dio, ma un obbediente che vive con radicalità e verità la norma, sapendo che è una forma per manifestare la verità dell’amore.
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