<<Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò>>.
È bello che il Vangelo ci rivolga queste brevi e intense parole proprio in un giorno in cui si fa una memoria mariana. Infatti il titolo con cui viene oggi ricordata Maria è <<Beata Vergine Maria del Monte Carmelo>>. Se l’immagine del monte è quella di Cristo, la nostra vita spirituale è cercare di scalare questo monte per arrampicarci fin sulle braccia di Gesù.
Al Signore andiamo perché fondamentalmente sperimentiamo nella vita P affanno di vivere e l’oppressione di non sentirci liberi. E finché non troviamo il coraggio e l’umiltà di consegnare a lui la nostra stanchezza e oppressione allora continueremo a vivere con l’acqua alla gola e con la costante ansia di volerci salvare da soli.
La fede è decidersi a non vivere più come se fossimo soli al mondo, e a lasciare che Gesù entri in maniera decisiva in ogni frammento della nostra esistenza: <<Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero». Il giogo è un attrezzo che tiene insieme due buoi che tirano un aratro. Se l’aratro è la nostra vita, Gesù è colui che si mette accanto a noi per portare il peso della vita insieme con noi.
È ciò che accade a Simone di Cirene quando porta la croce insieme con Gesù. Tutti sono convinti che è il Cireneo ad aiutare Gesù, ma la verità è un’altra: è Gesù ad aiutare il Cireneo perché quella croce è la croce di ogni uomo che Gesù abbraccia per amore. E lo fa con “mitezza e umiltà”.
Il contrario di questi due atteggiamenti è “la rabbia e la superbia” , e troppe volte noi viviamo arrabbiati e facendoci violenza nel voler risolvere tutto da soli e sempre. La verità è che la nostra vita cambia quando noi cambiamo l’atteggiamento con cui la viviamo. E possiamo cambiare atteggiamento perché sappiamo in fondo di non essere soli. Senza questa memoria tutto è vano e mortifero.