L’annuncio del regno viene fatto strada facendo, nella sequela di Gesù. Allora la vita risorge nell’inviato ed intorno a lui, in uno scambio reciproco.
Tutto avviene nella grazia, dunque si è attirati a Dio e ci si appoggia sempre meno a fasulle sicurezze terrene, che in realtà appesantiscono, espongono alle ansie di avere sotto controllo una vita che non può essere facilmente programmabile né prevedibile.
È un cammino graduale, personalissimo. Questo emerge per esempio in quel la “vostra” pace scenda su quella casa. Nella tal situazione Dio ha inviato proprio te. Lì con i tuoi doni e i tuoi limiti sei più efficace di san Francesco.
Lo scuotere la polvere dai piedi in caso di mancata accoglienza sta a significare proprio questo: ciò che conta non è la nostra bravura ma l’affidamento al Signore, il cercare di vivere in Lui, dunque la gratuità, il non cercare gratifiche, nemmeno un granello. È un’opera infinitamente più grande di noi, che non dipende dalle nostre forze, ci fa comprendere Gesù in questo brano.
A cura di don Giampaolo Centofanti nel suo blog.