La lebbra nell’antichità costituiva una specie di barriera relazionale. È in qualche modo, un’analogia dei vizi che creano divisione. Questi, sono ancor più sottili della lebbra perché non sempre sono visibili.
Eppure creano dentro il cuore una barriera che blocca sia la relazione con i fratelli sia quella con Dio. Un esempio? La tristezza soffoca i desideri e le aspirazioni, spegne la preghiera. Oppure l’invidia che vede nel bene dell’altro una minaccia e un male per me.
Chiediamo al Signore di guarire la nostra lebbra, soprattutto quella che i nostri occhi non vedono.
Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.