TIMORATI SENZA PAURA
Riprendiamo anche nel ciclo domenicale il Tempo Ordinario, che ogni settimana ci aiuterà a conoscere Gesù e assomigliargli sempre di più. Le pagine della Sacra Scrittura che oggi ascoltiamo, da un lato, ci incoraggiano a vivere con serenità, dall’altro, con sano realismo ci illustrano le difficoltà e i pericoli che incontreremo lungo l’esistenza. Decidere di seguire il Signore è certezza della meta, ma non è assicurazione di assenza di ostacoli. Geremìa, Paolo, gli Apostoli, come anche ciascuno di noi: proprio perché provati in varie forme dalla paura, tutti veniamo confortati dall’invito divino, presente ben 365 volte nel Libro Sacro, tante quanti i giorni dell’anno, quasi a dire che per la misericordia di Dio non dobbiamo mai temere.
MEDITAZIONE
Il brano del Vangelo che oggi ci viene proposto è tratto dal cosiddetto “discorso missionario”: uno dei cinque che compongono la struttura dello scritto di Matteo. Con le sue parole, il Signore intende formare all’annuncio del Vangelo i discepoli che si è scelto, e renderli pronti ad affrontare le persecuzioni alle quali andranno incontro. Nella prima parte della sua conversazione, il Maestro indica lo stile della predicazione che i suoi dovranno adottare. Il messaggio ha una tale importanza che non può essere tenuto per sé, o riservato a qualche gruppo ristretto particolarmente meritorio. L’annuncio del Vangelo non va centellinato, quasi che chi l’abbia ricevuto possa vantarsene come di una notizia esclusiva, affermando di sapere cose che gli altri non possono conoscere.
No! Il Vangelo può ribaltare la vita di quanti l’accolgono e per questo, fin dal giorno di Pentecoste, gli Apostoli lo proclameranno universalmente, come poterono sperimentare i loro ascoltatori che, pur provenienti da Paesi diversi, affermarono di sentirli parlare “nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio” (At 2,11). Successivamente, Gesù rincuora i futuri missionari: nelle difficoltà saranno sorretti dalla mano amica del Padre, che li conosce meglio di loro stessi e attribuisce ad ogni suo figlio un valore infinito.
La paura e il timor di Dio vengono contrapposti in questo brano, perché l’una venga vinta dalla serena fiducia nell’amorevole sostegno di Dio, e perché l’altro abbatta quella «tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come “il più prezioso degli elisir del demonio”» e ruba la gioia dell’evangelizzazione (cfr. EG 83). Tutti noi discepoli-evangelizzatori ripartiamo da questa eucaristia domenicale sostenuti dalla fedeltà di Gesù, che non ci rinnegherà!
Fonte: foglietto della Messa domenicale delle Edizioni ART (Roma)