Nel Vangelo di questa Domenica Cristo si presenta come “ il pane vivo “ ed invita tutti a “ mangiarlo “.
E’ ovvio, che, prese alla lettera, le parole del Maestro sembrano assurde, tanto è vero che i Giudei, perplessi, si chiedevano: “ Come puo’ costui darci la sua carne da mangiare? “.
Personalmente non faccio colpa alcuna ai giudei, i quali, pur avendo ascoltato la predicazione di Gesu’, non potevano umanamente comprendere cosa volesse dire con quell’espressione; non essendosi ancora verificato l’evento Resurrezione, che è l’unico che consente di capire, o, almeno di provarci, il concetto di eternità, la loro perplessità è legittima.
Sfido chiunque a non dare del pazzo a chi asserisce di voler dare agli altri “ la sua carne da mangiare “.
Ma….se i Giudei erano giustificati, noi discepoli di oggi non lo siamo!!!
Vediamo, pertanto, cosa vuole dirci il Maestro.
“ Io sono il pane vivo disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno “.
Gesu’ era “ pane “ e, oggi, che Gesu’ non è con noi, dove si trova questo pane?
In primo luogo nella Sacra Scrittura.
E’ il Vangelo, sono i testi sacri il nostro pane vivo.
Nutrendoci quotidianamente della Scrittura “ vivremo in eterno “, non nel senso che non subiremo la morte corporale ma nel senso che comprenderemo che siamo “ eterni “, che la nostra esistenza non ha termine con la fine della vita corporea ma che continuerà sotto altra forma, fino all’ultimo giorno in cui saremo “ risuscitati “.
Il nutrirsi delle Scritture crea relazione con Gesu’, con il nostro pane, crea intimità, quell’intimità che raggiunge poi il massimo dell’intensità nel sacramento dell’Eucarestia, che è l’altro luogo ove troviamo il “ pane vivo “.
Scrittura ed Eucarestia sono le opportunità che ci vengono concesse per nutrirci di Cristo.
Non sprechiamo questi doni, facciamone uso, dedichiamo del tempo della nostra giornata alla lettura delle Scritture, andiamo a Messa anche nei giorni feriali per gustare il “ pane vivo “.
Solo cosi’ creeremo relazione, intimità, profondità, e avremo occasione di rimanere in lui, sperimentando, sin da ora, la vita eterna.
Diversamente continueremo a nutrirci di “ pane che non sazia “ ( cibo, vizi, beni di lusso ) perché serve solo a soddisfare le esigenze contingenti inserendoci, al contempo, in un meccanismo mortale che ci spinge, con voracità, a procurarcene altro, a divorarlo, ad alzare sempre le nostre mire, creandoci solo frustrazioni perché non può darci quello che vorremmo da lui: “ senso “.
Solo Gesu’ è il pane che ci da senso.
Ce lo dice il Vangelo in uno dei miei passi preferiti ( Gv 15, 5) in cui Gesu’ dice: “ senza di me non potete fare nulla “.
Ricordiamocelo sempre ed…agiamo di conseguenza, scegliendo bene il pane di cui vogliamo nutrirci.
Buona giornata e buona Domenica a tutti.