Gesù prima di insegnare una nuova via di salvezza a quella gente che lo stava seguendo, sale sul monte. Questo salire sul monte e molto significativo, come se Gesù avesse avuto voglia di dire: “Se volete seguirmi, dovete per forza accettare la via difficile, dovrete essere pronti a far fatica di salire.” Gesù poteva tranquillamente insegnare queste beatitudini nella pianura, però questo discorso di beatitudini potranno accogliere solo quelle persone che sono pronte a far fatica di salire con Gesù sul monte. Come se quel monte fosse un esame di verifica.
Le beatitudini non sono altro che salire sul monte, cioè andare più in alto per guardare la realtà che sta sotto di noi con uno sguardo più ampio, nuovo e diverso, cioè cambiare la prospettiva di guardare su ciò che ci sembra una disgrazia. “Beati poveri in spirito…Beati che sono nel pianto…Beati i miti…Beati i misericordiosi…Beati i puri di cuore…Beati gli operatori di pace… Beati i perseguitati per la giustizia…
Noi possiamo essere beati anche nelle situazioni che ci sembrano contraddittorie e incomprensibili, che spesso non vogliamo accettare, così quel paradosso che stiamo vivendo non è più una maledizione, anzi diventa una via di salvezza per noi e per molti. Ecco perché dobbiamo far fatica di salire con Gesù sul monte, perché dal monte si vede meglio tutta la realtà che sta sotto di noi. Gesù ci vuole insegnare a guardare tutte queste “disgrazie” in un modo nuovo, non più come una cosa che ci distrugge, ma come una cosa che ci può rendere beati e felici.
Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap