“Vi lascio la pace, vi do la mia pace.”
Quante volte abbiamo sentito questa frase a Messa. È la frase che Gesù rivolge ai discepoli e a ciascuno di noi, ogni volta che la ascoltiamo. Non è la pace del quieto vivere, cioè quella che nasce quando tu non calpesti i piedi a me o viceversa. Non è neanche quella che viene dall’assenza di problemi o dall’avere una posizione sociale avvantaggiata. Quella che porta Gesù è la pace del cuore, di cui fai esperienza anche in mezzo ai problemi della vita perché sai di essere figlio amato da Qualcuno più grande di quello che stai vivendo.
Non è neanche la pace di chi si copre gli occhi davanti alle difficoltà, ma di chi sceglie di viverle con la grazia di una pace che può venire solo da Dio, perché è dono e non conquista. Ma c’è bisogno che mi faccia trovare pronto ad accogliere questo dono, perché solo gli operatori di pace saranno beati, cioè infinitamente, eternamente felici. Solo così, quando torneremo a scambiarci il “gesto di pace”, potremo farlo in maniera autentica e non come prassi. Chiediamo al Signore di essere pronti ad accogliere questo dono diventando per primi operatori di pace.
“Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dove è discordia, ch’io porti la fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.
Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:
Se è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.
Amen.”
(San Francesco d’Assisi)
AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
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