Gesù, sembra facile per te dirci: «Non sia turbato il vostro cuore». Come si fa? Non è possibile! Ancora una volta, sembra che tu ci chieda cose di cui non siamo capaci.
Valutare le nostre abilità, verificare gli obiettivi, studiare i percorsi, avere paura di sbagliare, ricominciare da capo. Questa è la strada che il mondo ci insegna per avere successo nella vita, ovvero guardare la realtà che ci circonda e fare di tutto per appigliarci a quelle boe che in qualche modo ci danno sicurezza.
Ma con pazienza tu ci insegni a sganciarci dalle nostre certezze, ci inviti a lasciar stare le meticolose valutazioni dalle vacillanti garanzie, e con dolcezza ci accogli, ci dici che ci prepari un posto.
Intuisco, così, che la fede non è un atto eroico, uno sforzo sovrumano di far coincidere ragione e verità; scopro che non serve avere successo nella vita; non c’è da capire o conoscere a fondo cose. C’è da rischiare, c’è da sperare, c’è da sognare, c’è da amare. C’è da lasciare quella traballante boa, che non ci permette di navigare liberi perché bloccati dalla falsità delle nostre paure, e prendere il largo.
E tu, Gesù, ci dici che il primo atto di carità è lasciarci amare da te; riconoscerti come via, verità e vita.
Marco Ruggiero