Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2020

Gesù ha appena compiuto un gesto scandaloso per la nostra mentalità umana: per noi il Signore è colui che dev’essere servito e lo schiavo è colui che è obbligato a servire, a fare quello che gli altri non vorrebbero fare e non farebbero.

Il Signore è il sovrano, lo schiavo è l’infimo. Gesù invece si rivela il Signore proprio facendosi schiavo, rovesciando la nostra logica per aiutarci a comprendere la mentalità di Dio. In questo modo Gesù chiama i suoi apostoli ad essere grandi come lui, che si è fatto servo di tutti: la vera grandezza infatti è quella dell’umiltà dell’amore.

L’apostolo che vuol essere come i grandi del mondo , nell’ultima cena i discepoli litigano su chi è il più grande, non ha capito chi è il Signore. Quante volte io vorrei essere esaltato dal mondo e tradisco questo insegnamento? “Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica”: la dolcezza del Signore è farsi vicino all’uomo così da parlare la sua lingua. L’insegnamento di Gesù è racchiuso in poche parole e tanti gesti: Lui è venuto per darci l’esempio, per testimoniarci come si possono vivere i suoi insegnamenti.

Sapendo cosa sarebbe accaduto (la flagellazione, l’accusa, il tradimento, il dolore, la croce) colpisce come il pensiero di Gesù, anche in questo momento, sia per Giuda, che non partecipa a questa beatitudine. È la sua preoccupazione di fondo: come salvare il fratello perduto?

Giuda è il prototipo dell’uomo peccatore, che il Padre tanto ama da cedere per lui il Figlio.
[metti il tuo nome] è il prototipo dell’uomo peccatore, che il Padre tanto ama da cedere per lui il Figlio.


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