d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2020

Un servo non è più grande del suo padrone né inviato non è più grande di colui che lo ha mandato. Beato il servo che non si mette a fare il padrone e l’inviato che non si mette a fare il mandante. Ecco perché Gesù parla di un inviato che tradisce e poi ugualmente dice che chi accoglie colui che Egli manda accoglie Gesù stesso.

Vi è dunque in queste parole la pace di un operaio della vigna che non può essere grande come il suo padrone e anche il binario per restare e crescere in questa pace: non tradire volontariamente e consapevolmente.

Una freccia al centro del cuore

Io credo che l’uomo, gradualmente,
con amore, entri nella sua cella interiore
e attenda solo il paradiso. E’ una cella aperta
a mille strade, come allegra funivia sui monti, o ignara
feluca sul mare, ma sempre più solo a quelle vere.
Io credo all’uomo vivo perché muore, ed è
umile e servo e si lascia portare e tutto
spera ma attende solo il paradiso.

Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente).

A cura di don Giampaolo Centofanti su il suo blog


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