In questo Vangelo Gesù non ha davanti degli uditori: il suo grido risuona, al di là dello spazio e del tempo, invitando ogni uomo a credere in lui per avere vita. Egli è al centro di tutto, perché tutto ha in lui la propria vita. Per diciassette volte viene utilizzato il pronome della prima persona (io/di me/me/mi) riferito a Gesù, che interpella direttamente chiunque lo ascolta. Gesù sta parlando proprio a me, a te!
L’invito contiene le parole chiave del vangelo di Giovanni: credere, inviare, vedere, luce, dimorare, ascoltare, parola, giudicare, salvare, mondo, trascurare, accogliere, parlare, Padre, comandare, vita eterna. All’inizio di tutto però c’è il credere in Gesù: l’unione a lui fa conoscere chi è veramente Dio e fa ascoltare le sue parole, che salvano dalla morte e danno vita eterna.
Dio ha mandato il Figlio non per giudicare il mondo, ma perché il mondo per mezzo di lui sia salvato. E il suo giudizio sarà essere giudicato e dare la vita per chi lo condanna.
E io, credo?
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