Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 6 Maggio 2020

Grida il Signore. Grida per essere ascoltato, per superare la nostra ottusa sordità. Grida per dire chi è veramente il Padre e chi è lui, che vive per annunciare il Padre. Quante sordità ci impediscono di ascoltare!

Quanti rumori, troppi, nel nostro caotico e incomprensibile mondo che sembra non avere tempo per la propria anima, che ha smarrito l’interiorità. Grida, per dire che è venuto a portare luce, che è venuto per salvare, non per condannare, ma che la condanna è inevitabile se ci rifiutiamo di accogliere il suo vangelo.

Non come punizione di un Dio capriccioso e severo, ma come conseguenza di un gesto di allontanamento da noi stessi e dalla verità. Portiamo le conseguenze delle nostre scelte: il mondo, allontanandosi da Dio, non si è accorto di allontanarsi da se stesso, dalla verità che lo abita.

Gesù non viene per condannare, ma per salvare, per ridare armonia e pienezza. E il suo desiderio è così forte, la sua passione così travolgente, la sua missione così importante, che la sua parola diventa urlo. Facciamo silenzio, oggi, cercatori di Dio.

Ritagliamoci un brandello di tempo, un piccolo spazio, per riuscire ad ascoltare la voce di colui che, solo, può illuminare la nostra vita e colmare il nostro cuore.

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