Dopo l’altare e l’ambone, la sede rappresenta uno degli elementi significativi presenti sul presbiterio. Tante volte troviamo nelle nostre chiese una semplice seduta, che non sempre sono rappresentative della sua funzione. La sede invece era posta fin dall’epoca paleocristiana nel mezzo dell’abside delle basiliche, in fondo all’area riservata ai presbìteri; la sua collocazione richiamava quella antica riservata al pretore o al questore come ci testimoniano le basiliche civili romane. Fin dalle origini si presenta come il luogo riservato a colui che guida la celebrazione. Prima di capire l’importanza dell’arredo è bene comprendere la distinzione tra SEDE e CATTEDRA.
Se la sede è riservata al sacerdote, la cattedra è la seduta propria del Vescovo, pastore di una precisa porzione di Chiesa. Il luogo di culto che conserva la cattedra è la chiesa madre della Diocesi, che, proprio per la presenza di questa, ha assunto, negli anni, la denominazione di cattedrale. Questo elemento non è da meno rispetto a quelli già visti, esso è figura di Cristo che guida il suo popolo: «Questi è mio Figlio, colui che io ho scelto: ascoltatelo» (Lc 9, 35).
La cattedra è il simbolo della potestà e della responsabilità di colui che regge e guida il popolo: «Ricevi il pastorale, segno del tuo ministero di pastore: abbi cura di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come vescovo a reggere la Chiesa di Dio» (Consegna del Pastorale).
Inoltre è segno della successione apostolica, che rimanda direttamente a Cristo e assicura che l’assemblea radunata attorno al vescovo è la Chiesa di Cristo. Dalla sede il celebrante presiede l’assemblea liturgica e spiega le Sacre Scritture, rappresentando Cristo stesso: «Signore Gesù Cristo, tu comandi ai pastori della Chiesa non di farsi servire, ma di servire umilmente i fratelli; assisti coloro che da questa sede presiedono la tua santa assemblea; fa’ che proclamino con la forza dello Spirito la tua parola e siano fedeli dispensatori dei tuoi misteri, perché, insieme con il popolo loro affidato, ti lodino senza fine davanti al trono della tua gloria» (Preghiera di benedizione di una sede). Dalle parole della preghiera si comprende il duplice aspetto simbolico dell’elemento in esame come luogo di MISSIONE E ORAZIONE!
Infatti il ministro, oltre a “presentare” Dio al popolo, raccoglie la comunità per elevarla a Dio: «Sia degno cooperatore dell’ordine episcopale, perché la parola del vangelo mediante la sua predicazione, con la grazia dello Spirito Santo, fruttifichi nel cuore degli uomini, e raggiunga i confini della terra. Sia unito a noi, o Signore, nell’implorare la tua misericordia per il popolo a lui affidato e per il mondo intero. Così la moltitudine delle genti, riunita a Cristo, diventi il tuo unico popolo, che avrà il compimento nel tuo regno» (Preghiera di ordinazione sacerdotale). A tal proposito il celebrante è Pontifex (pontem facere), cioè “costruttore di ponti” tra il popolo e Dio, e il luogo della sede è il “terreno” dove fiorisce l’opera pastorale di ogni sacerdote. La sede è il luogo dell’ascolto della Parola e dell’insegnamento: «Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro» (Mt 5, 1-2).
Per questi motivi la collocazione della sede «sia ben visibile a tutti, in modo da consentire la guida della preghiera, il dialogo e l’animazione. Essa deve designare il presidente non solo come capo, ma anche come parte integrante dell’assemblea: per questo dovrà essere in diretta comunicazione con l’assemblea dei fedeli, pur restando abitualmente collocata in presbiterio. Si ricordi però che non è la cattedra del Vescovo, e che comunque non è un trono» (CEI).
Qualcuno si chiederà: non è più importante il tabernacolo rispetto a tutti questi elementi? Certo! Ma al di furi della Messa, in quanto ogni celebrazione Eucaristica è presenza viva e vera di Cristo in mezzo al suo popolo: l’altare, segno permanente della presenza di Cristo nella Chiesa, l’ambone, luogo in cui Gesù si rende presente nella sua Parola, la sede, figura di Cristo che accompagna ed educa l’uomo. Allora fissiamo con più attenzione il nostro sguardo verso il presbiterio e «innalziamo la nostra lode e la nostra preghiera a Dio nostro Padre, presente nei figli, che ha chiamato per ammaestrare, guidare e santificare il suo popolo. Il suo Spirito li renda sempre più idonei allo svolgimento del loro ministero» (Preghiera di benedizione di una sede).
Prepariamoci a RI-ABITARE le nostre CHIESE con MAGGIORE RI-CONOSCENZA
A cura di don Bartolomeo de Filippis (su Facebook)