Commento al Vangelo del 1 Maggio 2020 – p. Ermes Ronchi

LO STUPORE DEL CUORE NEL CUORE

Gv 6,52-59
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Chi mangia la mia carne rimane in me e io in lui.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. HA la vita eterna, già da ora, adesso, e non AVRA’, come se fosse una specie di Tfr, una liquidazione che accumulo con i miei meriti e di cui potrò godere alla fine. La vita eterna è già cominciata: una vita libera e autentica, che si rialza e non si arrende, e fa cose che meritano di non morire. Una vita come quella di Gesù, capace di amare come nessuno.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue… Gesù non sta chiedendo ai suoi di andare a messa, non parla del sacramento dell’eucaristia ma del sacramento della sua esistenza: mangiate e bevete ogni goccia e ogni fibra di me.

Vuole che nelle nostre vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio, perché ci incamminiamo a vivere l’esistenza umana come l’ha vissuta lui. Assimilare la sua vicenda umana, le sue mani di carpentiere con il profumo del legno, le sue lacrime, le sue passioni, la polvere delle strade, le carezze ai lebbrosi, i piedi intrisi di nardo, e la casa che si riempie di profumo e di amicizia. Il suo modo di abitare la terra, libero e creativo. E poi come piange, come ride, come si indigna, e non si deprime per un insuccesso e non si esalta per una vittoria, come si siede alla tavola di Zaccheo, di Levi, di Simone il fariseo, di Marta e Maria. “Non si può amare la divinità di Cristo, se non si ama prima la sua umanità” (Heidewick di Anversa).

“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”. Le persone quando amano si dicono le stesse cose: vieni a dimorare, a vivere nella mia casa, la mia casa è la tua casa. Dio lo dice a noi: VIENI A VIVERE con me; di più: IN ME.

Qui è il miracolo, il batticuore, lo stupore: Dio dimora in me e io in lui. Dio in me, il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola.
Finita la religione delle pratiche esterne, questa è la religione dell’interiorità, del corpo a corpo con Dio, fino a diventare una cosa sola con lui.


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AUTORE: p. Ermes Ronchi
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