I sapienti e gli intelligenti, come i ricchi e i potenti di ogni tempo respingono la novità del regno perché presumono di sapere già chi è Dio, di non aver bisogno di cambiare vita, di non aver bisogno della grazia e del perdono. La parola italiana umiltá viene dal latino “humus”, cioè quel terreno ricco di sostanze vegetali in decomposizione che è particolarmente adatto ad accogliere e a far germogliare il seme.
Essere umili, non significa disprezzarsi, annullarsi o scomparire ma riconoscere come si è veramente e che però questo humus è il materiale ideale per ricevere l’alito di Dio, è quel terreno adatto per ricevere e far fruttificare il seme della Parola di Dio.
I piccoli, i poveri, come i bambini – e Gesù ne è il modello – sanno penetrare i misteri del Regno, la loro umiltà attira la misericordia e l’amore preferenziale di Dio. Impariamo da loro a lasciarci amare e condurre nella vita, e – come ci promette il vangelo di oggi – troveremo ristoro per le nostre anime.
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