“In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.”
La fede rischia sempre di essere vissuta sulla memoria di un “pane” che ci ha sfamati, di una grazia che ci è stata donata e che ci ha rialzati. Ma anche un miracolo, piccolo o grande che sia, passa. Mentre Cristo resta. E allora, anziché cercarLo per la memoria di quel pane, siamo chiamati a cercare Lui, a chiederGli di saperci accorgere che ciò che più conta e che colma la nostra fame di pace, di felicità, di senso, è già con noi. Questo tipo di Pane è Lui stesso, è la Sua Presenza, che agisce in noi e attraverso di noi.
“Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. Mettiamoci in cammino, spendiamo le nostre energie per cercare Lui, più che ciò che può fare per noi. Questo ci salva, amici. Così come il Signore cerca noi e non i nostri peccati, per avere la vita abbiamo bisogno di Lui. E questo vale anche per quella fame e quella sete di tante cose che, nella quotidianità, non sfamano e non dissetano se non per un momento. Aiutaci a credere in Te, Signore. Donaci di saper riconoscere in Te il Vero Cibo e la Vera Bevanda e quindi desiderarTi.
AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
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