Gesù è la nostra Pasqua ebraica
Maria, all’alba, corre a vedere la tomba. Era ancora bloccata nella morte. E si scopre che ha dimenticato di far parte di un popolo pellegrino, vittorioso nella persecuzione, forte nel deserto, migrante in cerca della nuova Gerusalemme.
Maria, nel buio, cominciò a vedere lampi di vita. La vita stessa brillava in quella tomba appena liberata. E si scopre che Cristo non c’era. Cristo stava di nuovo accompagnando il popolo, perché è la Pasqua che non solo ricorda, ma aggiorna il suo Amore per i malati, i professionisti della salute, i missionari, i poliziotti, gli spazzini, i becchini, i preti, famiglie e una lunga eccetera che va in Piazza San Pietro con Papa Francesco.
Maria ricordava l’esodo. È tempo di festeggiare e asciugare le lacrime. È tempo di Pasqua: il passaggio dalla schiavitù alla libertà , dall’oscurità alla luce, dalla paura alla pace, dall’incredulità all’incontro per fede, dagli sguardi miopi agli orizzonti del significato, …
Congratulazioni, continuiamo a combattere, vale la pena vivere! Nelle quarantene e nei confini nascosti, nell’esposizione di chi lavora negli ospedali, nel dolore dei malati … è successo qualcosa. Cristo è passato attraverso di noi e noi non siamo più gli stessi. Congratulazioni, continueremo insieme uniti!
(Testo tradotto usando Google Translate – mi scuso per eventuali errori, nel caso scrivete nei commenti 😉 )
- Immagini di: Patxi Velasco FANO
- Testo di: Fernando Cordero ss.cc.
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