p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 9 Aprile 2020

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Se noi pensiamo a ciò che è centrale per la nostra fede o il nostro credere, ci troviamo facilmente in un luogo ben riconosciuto e accettato. A ben guardare: è un luogo bello che non c’entra nulla con la fede, cioè col nostro rapporto vero con Dio.

Non ci interessa un rapporto vero, ben riconosciuto dalla gente e ben riconosciuto dalla politica che usa la fede solo per avere più potere, non certo perché crede nel Risorto. Centrale, mi verrebbe da dire, non è nemmeno il nostro rapporto con i discepoli di Gesù e con Lui per dimostrare che siamo gente che crede. Non è importante dimostrare che noi in Lui crediamo per avere un buon riscontro sociale, ciò che interessa essere gente che crede, vale a dire gente che ci sta a giocarsi nella fede e nel rapporto con Lui. Non ci interessa dimostrare nulla, è roba da falsità che chiede di dimostrare ciò che non è. Ci interessa la vita, il rapporto, la fede, l’essere che non dimostra nulla ma che, semplicemente, vive la vita da Lui donata per noi, fino alla morte e alla morte di fede.

Il Signore a noi non va bene, per la nostra modalità di giudicare la vita. Gesù si spoglia di tutto perché non è interessato a dimostrare e ad avere di conseguenza quello che deve dimostrare: a noi interessa di Lui che si riveste di un grembiule e lavi i piedi, non perché deve ma perché Lui è!

Ciò che a Lui interessa è il suo essere sempre a servizio dell’amato. Non è interessato al riscontro sociale, gli interessa la vita del suo amato, non la dimostrazione sociale dello stesso.  Lui è interessato a lavare i piedi a me che sono come Pietro che rinnega perché arrivo fino ad un certo punto. Lui non è l’uomo dello scandalo. È l’uomo che vede fino a dove arriviamo e continua a sottolineare ciò che è essenziale e importante. Gli interessa il nostro essere Giuda che tradisce, non è interessato all’inutilità di coloro che si presentano bene e perfetti. Noi lo abbandoniamo? Lui è interessato a noi ed è interessato ad amarci, tutto il resto è secondario per Lui. È più interessato ad amarci grazie al nostro peccato che non al nostro peccato fine a se stesso.

La salvezza non è ciò che noi facciamo ma accettare Lui che vive per noi! Questa è la vita che ci permette di amarci come Lui ci ama, essere gente che vive di vita nuova perché dalla Vita Nuova non si preoccupa per il giudizio ma dalla stessa è vivo perché da Lei amati, non giudicati.

Amarci come Lui ci ama, non perché perfetti ma perchè veri, è la vera vita vissuta e giocata.

Lavare i piedi non è un optional o una cosa da mettere in campo per convincere qualcuno. Lavare i piedi è cosa bella e donata, è cosa bella riservata a chi ci crede e non ha bisogno di dimostrare nulla a livello sociale e a livello di riscontri societari: cosa falsa e ingannevole da sempre.

Accoglienza, ospitalità, intimità coi piedi da lavare, riverenza, non è cosa da spendere e da usare per convincere che siamo bravi con lo scopo di usare il prossimo per i propri ritorni sociali. A noi interessa la Sua vita che è Amore che esprime ospitalità, accoglienza, intimità: più bello di così!!!

Accettare questo Amore è giocarsi con l’Amore, non con la banalità delle giuste credenze vitali che il più delle volte sono uso della vita e non amore per la vita stessa.

Fonte – Scuola Apostolica