Oggi, nel tempo difficile che stiamo vivendo, la Parola invoca l’affidamento, appella l’abbandono, sollecita la fede.
Le nuvole si infittiscono e l’aria si fa più pesante. Non c’è spazio per parole di gioia o di facile consolazione. Caifa giudica, Caifa condanna. Caifa stabilisce un progetto di morte.
Dov’è la misericordia del Padre in questo momento? Se ascoltiamo quello che viene pronunciato a voce alta, non c’è. È bandita. È piegata al calcolo politico. È travestita: la malizia si presenta come opportunità.
Eppure, nello spazio di desolazione e morte creato dal giudizio di Caifa, misteriosamente, la condanna si trasforma nel suo contrario, la salvezza. La logica di Dio, il cuore di Dio, che batte sotto la superficie di quel che vediamo, percorre altri sentieri, opera secondo altri schemi.
Caifa profetizza, dice l’evangelista. Strano contesto per usare questo verbo. Noi lo associamo agli “uomini di Dio”, all’impegno e alla fedeltà nei confronti del Signore, alla lettura del reale con il Suo sguardo. Molti i nomi che vengono alla memoria: Isaia, Amos, Geremia, Osea. Tra loro anche Caifa?
Diego Mattei SJ