Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parrocco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
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IL RE È ACCANTO A NOI
Nell’antichità di Israele la monarchia non si affermò immediatamente, ma solo dopo il lungo periodo dei Giudici. Il Profeta Samuele che consacrò Saul primo re, cercò anzi di dissuadere i suoi contemporanei ricordando loro che il re avrebbe preteso tributi, arruolato i giovani, preso le ragazze come cor- tigiane. In una parola, il peso della monarchia sarebbe ricaduto sulle spalle del popolo. Nel presente non sembra che le cose siano cambiate. I pochi monarchi che oggi sono rimasti sono persone lontane dai loro sudditi, che vivono in ricchi palazzi partecipando in modo marginale alla vita pubblica, apparendo anzi più spesso nei giornali scandalistici che sulle pagine della politica. La regalità di Cristo appare molto diversa. La sua corona è di spine, i suoi gioielli sono le sue piaghe e il suo trono è la croce. Non è affatto lontano dai suoi, ma anzi ne condivide da vicino la sorte. Il buon la- drone ci insegna molto sulla preghiera. Succede anche a noi di sentirci in croce, perché la sofferenza è un’esperienza comune nella vita. Non si tratta di un errore, come a volte vorrebbero farci credere, ma di un dato di fatto. Prova ne è che Gesù stesso, figlio di Dio, ha dovuto affrontarla, non gli è stata risparmiata, altrimenti potremmo giustamente dubitare che il Mae- stro sia stato effettivamente un uomo come noi. Il ladrone è poi crocifisso dai suoi errori, come lui stesso riconosce rimproverando il compagno. La cosa importante è proprio questa, egli sa ammettere le sue colpe, non si la- scia andare all’autocommiserazione e non si vergogna di invocare Gesù, che è accanto a lui nella sofferenza. Il fatto che il Maestro non scenda dalla croce, come gli suggeriscono beffardamente i suoi aguzzini, significa che l’ingiustizia che viene dal cuore degli uomini, deve essere corretta dagli uomini stessi e la redenzione deve essere desiderata, scelta liberamente, non imposta. Il Regno di Cristo non è di questo mondo, ma non ci è precluso. Gesù, il Re, è torturato in modo infinitamente più ingiusto e crudele di quanto capiti a noi. Questa terribile ingiustizia può diventare la nostra giustizia, se sappiamo alzare lo sguardo sulla croce chiedendo di farci entrare nel suo Regno. Il potere regale del Cristo si manifesta nella sua infinita misericordia, egli non esita un attimo, non fa cadere con degnazione la sua decisione, ma dice: OGGI sarai con me. Lo dice a noi!