Gesù ancora ci manifesta la sua divinità e la sua missione di salvezza. Ci viene proposta la dimensione mistica della vita cristiana: assimilare e tradurre nella vita la parola di Dio significa ricevere il dono smisurato della vita eterna.
«Costui non sperimenterà la morte in eterno»: la parola creatrice, nella quale tutto è stato fatto, realizza ora l’opera redentrice, la nuova creazione; la morte rimane sofferta, ma diviene passaggio verso la pienezza dalla vita.
Questa è la speranza che, fin dalla vocazione di Abramo, illumina il cuore umano: la nostra speranza è la gloria di Dio. Ci chiamiamo e siamo realmente suoi figli, rivestiti della sua gloria, cioè Gesù, l’unigenito che ci plasma come creature nuove.
Dal Calendario del Patrono d’Italia 2020 – Ed. Biblioteca Francescana