“Si mise a scrivere col dito per terra”. Scrivere col dito per terra? Che cosa scrive? E per chi? Non è inutile? Non è antiigienico? Stanno aspettando che parli, e lui perde tempo a giocare con la polvere.
È vero: perde tempo, oppure prende tempo, o ancora lascia tempo a quella cattiveria, che gode della morte, di accorgersi di se stessa. Anche la donna gode di quel tempo perso. Anche lei approfitta di quel tempo per affidarsi alla parola di colui che continua a star zitto, ostinatamente zitto.
Finalmente lui si alza in piedi e pronuncia il verdetto contro il peccato. Sì, contro il peccato, ma il peccatore è salvo. Ogni peccatore, non solo la donna, anche gli altri, tutti, che finalmente scoprono di essere peccatori, possono andarsene senza sassi nella schiena.
Alla fine risuona solenne: “Non peccare più”. Il peccato non ha spazio, non ha posto, non è fatto per gli uomini. Essi devono stare vicini a quel Dio che ha mandato quest’uomo. Questo infatti significa “Non peccare”: non arrischiarti ad allontanarti dal Padre e non azzardarti a vivere senza il respiro del Figlio.
don Vigilio