p. Ermes Ronchi e Marina Marcolini – Commento al Vangelo del giorno, 27 Marzo 2020

IL FILO ROSSO

Vangelo nel tempo della distanza

 ODORE DI CROCE

Giovanni 7,1-2.25-30
Gesù non voleva più percorrere la Giudea perché i giudei volevano
ucciderlo. Tuttavia per la festa salì anche lui a Gerusalemme, non
apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni dicevano: non è costui quello
che cercano di uccidere? Ecco, parla liberamente e non gli dicono nulla.

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L’ombra della croce già mette radici: i capi dei Giudei volevano ucciderlo.
Ma perché ucciderlo? Perché decretarne la morte? E il rifiuto, perché?
Una prima risposta: lo scontro era frontale, Gesù li denunciava come moneta falsa, dei commedianti della fede, che impedivano alla gente di arrivare a Dio. Lui portava la rivoluzione: Dio per le strade di Galilea, dentro le case dei poveri, principi del regno, dentro le ferite di chi soffre.

Un secondo motivo: ecco che tutto il popolo gli va dietro! I capi stanno perdendo consensi, i numeri calano. C’erano sempre stati rivoluzionari, profeti e oppositori in Israele, il fatto nuovo è che Gesù lo seguono in tanti.

A questo punto la domanda si fa ancora più incisiva e più bella: perché la gente lo seguiva? E io, perché?

Perché sentivano aria di libertà, ossigeno buono. Diceva che era possibile vivere meglio, per tutti, e lui ne possedeva il segreto.

Sentivano battere il cuore, quando parlava loro di Dio come di un Padre esperto in abbracci. Era la rivoluzione della tenerezza, la buona notizia che l’amore è la sola regola.
L’amore, che non da una spiegazione, ma guarisce. Che è il motore che fa ripartire la vita. La bilancia su cui si pesa la felicità. L’unica cosa che merita di non morire, forte di una vita indistruttibile, quella di Dio, capace di attraversare i giorni, e tutta l’eternità.

Fonte

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