Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 26 Marzo 2020 – Gv 5, 31-47

I giudei faticano a credere alla rivelazione di Gesù. Hanno bisogno di segni e così non vedono le opere. Rappresentano tutti noi in quei momenti in cui induriamo il nostro cuore e, come l’uomo nato cieco non vediamo. Ci irrigidiamo sulle nostre posizioni e tuteliamo i nostri sguardi rimanendo prigionieri di una visione ristretta.

Con umiltà, Gesù testimonia l’originalità di uno sguardo nuovo, testimonia la verità profonda, preesistente e viva. Gesù non è testimone di sé stesso, ma di colui che lo ha inviato, del Padre di cui è testimonianza incarnata.

Anche Giovanni Battista gli rende testimonianza attraverso la voce dell’annuncio di luce e prima di lui Mosè. Gesù è la lampada che arde e risplende, ci invita a credere alle sue parole di salvezza, a guardare a lui per avere vita, ad accoglierlo per poter riscoprire l’Amore di Dio in noi e a rimanere nel suo Amore.

Pietre Vive (Roma)


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