don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del Giorno – 24 Marzo 2020 – Gv 5, 1-3. 5-16

C’è una particolare atmosfera nel racconto del Vangelo di oggi. Una calca di malati è attorno a un luogo che era considerato una sorta di Lourdes dell’epoca. Una piscina con delle acque che pare avessero un potere taumaturgico.

Però il potere di guarigione era legato alla velocità con cui si riusciva ad entrare in queste acque non appena si vedevano muovere. È inevitabile una sorta di guerra tra disperati. E proprio in quella calca di gente sofferente, Gesù si fa spazio e rivolge la parola a uno di loro che da moltissimi anni era prigioniero di una malattia: «Gesù vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”».

La domanda sembra quasi inutile. Chi infatti non vorrebbe guarire da qualcosa che lo tiene prigioniero? Eppure non è una domanda inutile perché non di rado ci capita di abituarci talmente tanto a ciò che ci fa soffrire da non riuscire più a desiderare un cambiamento.

In fondo cambiare è turbare un equilibrio che forse con fatica ci siamo costruiti proprio a partire da quella sofferenza. Gesù ha bisogno di guarire innanzitutto in quell’uomo un autentico desiderio di guarigione.

Ma proprio per questo quell’uomo più che rispondere semplicemente di si, gli elenca tutti i validi motivi per cui non vale nemmeno la pena desiderare: <<Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me” >>. Ci sono sempre colpevoli e giustificazioni al perché siamo infelici e intrappolati.

Ma siamo davvero convinti che questa cosa sia la cosa più importante? Gesù non pone delle condizioni per la sua guarigione, chiede solo il desiderio autentico di volerlo veramente. <<Gesù gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare»». Questo è ciò che opera Gesù nella vita delle persone. La fede non serve a trovare colpevoli o ad analizzare cause.

La fede serve a rendere possibile una vita diversa a partire da ciò che è seppellito nei nostri desideri più veri.

Commento di don Luigi Maria Epicoco al Vangelo di Gv 5, 1-3. 5-16.

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