“Abbi pazienza con me”, è il grido del servo verso il suo padrone. La pazienza è la prima caratteristica dell’amore vero. Dio è amore perfettissimo, quindi Egli è pazientssimo. Nelle nostre cadute di peccato gridiamo al Signore con cuore sincero: “Signore, abbi misericordia di me e sii paziente con me!”.
Il Signore ci fa sentire la sua misericordia e noi ci sentiamo leggeri e gioiosi. È vero, Dio è lento all’ira, come dice la Sacra Scrittura, però anche la pazienza di Dio ha un limite. Ecco perché, dopo anni e anni di pazienza, arriva all’improvviso lo schiaffo d’amore di Dio per evitare che andiamo a finire nel fuoco dell’inferno, parola che, per molti teologi, non esiste più. Se l’inferno non esiste più, a che serve essere buoni in questo mondo?
Più vado avanti, più sperimento dal mio vissuto e da quello dei miei fratelli e sorelle nella fede che la prova, la croce, l’angoscia sono i soli mezzi di cui Dio dispone per attirarci a Lui. Così leggo il momento angosciante che l’umanità sta vivendo.
Che lo si voglia o no, per trovare Dio o ritornare a Lui bisogna riconoscere il nostro nulla davanti a eventi dolorosi. So che questo mio pensiero non sarà condiviso dai sapienti di questo mondo. La prova e la sofferenza- dice un autore di libri di alta spiritualità-sono “l’astuzia di Dio” per farci ritornare a Lui.
Dio è paziente con noi. Ma mi domando: “Noi siamo pazienti con il nostro prossimo che ci offende, ci umilia e ci sparla dietro le spalle? “. Mi domando ancora: “Siamo pazienti con noi stessi nelle nostre cadute nel peccato a causa della nostra debole volontà?”.
Amen. Amen.