Commento al Vangelo di domenica 15 Marzo 2020 per bambini e ragazzi – Diocesi di Cefalù

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  • In questa domenica si intrecciano diverse tematiche: l’annuncio della venuta del Signore, la difficile arte dell’attesa di colui che deve venire, la gioia che Colui che viene suscita.
  • L’annuncio del profeta Isaia della venuta liberatrice del Signore raggiunge i figli di Israele in una situazione di tristezza e di pianto; la comunità cristiana è confrontata con l’annuncio di una venuta del Signore che chiede un atteggiamento di sopportazione, fede, pazienza, simile a quello dell’agricoltore e dei profeti.
  • L’attesa del Signore si tinge della tinta della pazienza che è l’arte di viere l’incompiutezza e la parzialità.
  • La pazienza è necessaria per chi vive nella storia l’attesa del Regno: essa si declina come pazienza nei confronti di Dio, della chiesa e di se stessi.
  • Nei confronti di Dio perché Lui ancora non ha compiuto, per sempre e per tutti, le promesse di salvezza dal male, dal peccato, dalla morte.
  • Nei confronti della chiesa, perché la comunità cristiana spesso si mostra inadempiente rispetto alle esigenze evangeliche.
  • Nei confronti di se stessi perché spesso scopriamo in noi inadeguatezze e difformità rispetto alla nostra vocazione.
  • La pazienza è forza nei confronti di se stessi e capacità di non lasciarsi andare all’abbattimento, alla tristezza e alla disperazione.
  • La domanda che il Battista dal carcere fa arrivare e a Gesù, indica che la fede è attraversata dal dubbio, e nello stesso tempo che il dubbio può affinare la fede e ridurre la distanza tra l’immagine del Signore che il credente nutre e il Signore stesso nel suo rivelarsi.
  • La nostra fede personale ha una storia come quella del Battista, e per questo motivo non è solo luce ma anche luce e buio, luce nel buio.
  • L’attesa cristiana della venuta del Signore è dono di speranza per tutti gli uomini.

Preghiera

Rendici sensibili alla tua sete, Signore Gesù!

Quel tuo “dammi da bere” continua riempirci di stupore.

Tu hai sete e fame della nostra salvezza.

Tu nostro Dio ti siedi al pozzo

e attendi un sorso d’acqua da coloro

che senza la tua acqua morirebbero di arsura.

Tu, sorgente d’acqua viva, insegnaci a ritrovarti dove sei,

nel pozzo scavato da te nel nostro profondo…

nelle persone che incontriamo, nella sposa, nello sposo,

nei figli, nei genitori,

nella famiglia che ci hai donato.

Amen.

Testo adattato dal sussidio alla Quaresima 2020 della Diocesi di Cefalù