In questa 32.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui i sadducèi, che non credono nella risurrezione, interrogano Gesù su tale questione proponendogli l’improbabile caso di una donna che – restando sùbito vedova dopo ogni matrimonio – sposa ben sette fratelli. Di chi sarà moglie alla risurrezione? Gesù spiega che i risorti non prendono né moglie né marito, perché sono uguali agli angeli. Poi afferma:
“Che i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: ‘Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe’. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Una questione seria trattata in modo così ridicolo da renderla assurda: ecco come si presenta oggi la domanda sulla resurrezione dei morti. A proporre il quesito sono i sadducei, una corrente giudaica tradizionalista: essi cercano qui di invischiare Gesù in una diatriba che li vede spesso in contrasto con i farisei. La stravagante casistica dei sette fratelli che per la legge del levirato sono obbligati a sposare (uno dopo l’altro) la stessa donna, fa capire che chi pone la domanda fa finta di immaginare l’oltrevita come una riedizione nobilitata e più allegra della vita presente. Ma in realtà non crede proprio che ci sia. Gesù reagisce alla banalizzazione così meschina del tema, e mette l’accento invece sul Dio della vita, che dona vita a tutti e chiama a comunione con lui nell’amore. Si tratta di una verità su cui possiamo solo balbettare con umiltà e timore: siamo certi del dono di una vita senza fine, ma poco sappiamo come essa sia in realtà. In passato ci si interessava con curiosità di più sulle modalità di questa esistenza futura, con consolazioni fantasiose e paure minacciose. Col rischio di qualche superstizione o ossessione. Chi ama Dio si fida di lui e sta in pace.
Fonte: RadioVaticana