Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 8 Marzo 2020 – Mt 17, 1-9

Il commento alle letture del 8 Marzo 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

E fu trasfigurato davanti a loro

DOMENICA 8 MARZO (Mt 17,1-9)

Gesù sa che oggi i suoi discepoli comprenderanno poco, molto poco del suo mistero. Lui però dovrà dirlo tutto, manifestarlo tutto, viverlo tutto dinanzi ai suoi discepoli. Poi, dopo la sua morte in croce, Lui prima aprirà loro la mente perché comprendano quanto di Lui è scritto nei Profeti, nella Legge, nei Salmi, dopo infonderà loro lo Spirito Santo e sarà Lui a ricordare, sempre con purezza di verità e di dottrina, di scienza e di sapienza, quanto i discepoli hanno visto con gli occhi e ascoltato con gli orecchi. Oggi Pietro è sul monte. Lui comprende poco di quanto ha visto. Però ha visto. Poi è disceso su di Lui lo Spirito Santo. Ecco cosa Lui insegna nello Spirito Santo di questo giorno: “Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio” (2Pt 1,16-21). Chi è allora il cristiano? È il corpo di Cristo, chiamato a vivere tutto il suo ministero, guidato e mosso dallo Spirito, secondo la sua comprensione di scienza, sapienza, intelligenza, fortezza, dinanzi ad ogni altro uomo. Oggi lui mostrerà chi è Cristo attraverso il compimento del suo mistero. Poi sarà lo Spirito, quando Lui vorrà, a dare a coloro che hanno visto compiersi il mistero di Cristo nel cristiano, intelligenza, scienza, sapienza, conoscenza, perché possano comprendere e accogliere, convertirsi al mistero e attraverso il sacramento del battesimo divenire anche loro mistero di Cristo. Se il cristiano non vive e non dice il suo mistero, nulla potrà fare lo Spirito Santo e nessun’altra persona potrà inserire nel corpo di Cristo, facendola corpo di Cristo.

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Sul monte, Cristo rivela ai suoi discepoli che Lui non solo è mandato da Dio, ma che Lui stesso è Dio. Se è Dio, la sua Parola è sempre Parola di Dio, mai potrà essere parola di uomo, senza alcuna verità in essa. Pietro dovrebbe già comprendere che la sua parola è di uomo, quindi senza verità. Quella di Cristo è Parola tutta di verità. A questa rivelazione di vera divinità viene aggiunta la testimonianza della Legge e dei Profeti. Mosè ed Elia attestano che veramente quanto Gesù sta dicendo è conforme a quanto Dio ha scritto per profezia per Lui. Ma anche il Padre dal cielo fa udire la sua voce in favore di Cristo che è il suo Figlio Amato. Gesù va ascoltato in ogni sua Parola. La Parola di Gesù è Parola del Padre. Parola purissima di verità. La morte per crocifissione è essenza della missione di Gesù Signore. Poiché è essenza, Lui necessariamente dovrà passare per questa via. Se non passa, la sua missione è vero fallimento. Non dona alcuna salvezza. Il mondo rimane nel suo peccato. L’annunzio del Vangelo è essenza della missione della Chiesa. Se la Chiesa non annunzia il Vangelo e non invita alla conversione, facendo discepoli, la sua opera è vana.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che la nostra missione sia pura vanità.

Fonte@MonsDiBruno

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