«Trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso»
- Nella seconda tappa della nostra Quaresima abbandoniamo il deserto per raggiungere il monte della Trasfigurazione: è qui che contempliamo una solenne teofania. La luce della divinità avvolge Cristo e verso di lui convergono la legge e i profeti, incarnati da Elia e Mosè. Culmine di questa epifania è la voce del Padre che orienta l’umanità verso il Figlio: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
- Le letture bibliche sono oggi ricche di indicazioni, così come il contesto del tempo quaresimale. In Gesù Dio stesso viene verso di noi e porta a compimento tutto il cammino di rivelazione (dono di luce) e di alleanza (dono di una relazione divina profonda, garantita da una fedeltà totale). Ascoltare Gesù significa ascoltare Dio stesso, guardare verso Gesù e il suo comportamento significa comprendere quali siano le intenzioni di Dio nei nostri riguardi: agli occhi di Dio noi siamo preziosi ed egli ha cura di noi. Ascoltare e conoscere Gesù significa avere a disposizione le indicazioni che ci permettono di vivere un’esistenza autentica, liberata, colma di senso e di valore, nonostante le ambiguità e le difficoltà in cui ci troviamo a camminare, nonostante la nostra debolezza che ci rende difficile la fedeltà, nonostante la nostra fragilità e la nostra esposizione alla morte.
- Gesù, nella sua identità di Figlio di Dio e di nostro fratello, è il giuramento di una fedeltà totale di Dio a nostro favore. Così, anche se molte esperienze mettono timore e insicurezza nella nostra vita, anche se non mancano momenti di buio e se il mistero è fitto, ci è dato di poterci fidare di Dio fino in fondo. In questa fiducia noi avvertiamo la forza che ci libera, l’accesso ad una pace che questo mondo non può dare e neppure togliere, la via aperta ad una esistenza consapevole della propria preziosità, aperta alla bontà e alla gioia.
- Qual è, dunque, l’evento che motiva oggi la convocazione e la celebrazione? Si tratta di celebrare Gesù che irraggia su di noi la sua luce: egli è il mediatore della vicinanza di Dio, il quale proprio attraverso il suo Figlio ci offre una relazione permanente, un’alleanza a cui sarà fedele per sempre, anche oltre la morte. Questo ci colma di una grande fiducia, ci fa sentire l’esistenza preziosa e feconda. Ecco il motivo della nostra gioia. Con una precisazione: tutto ciò senza scavalcare la croce e avendo ben presente le condizioni reali, quotidiane, in cui ci troviamo a vivere la nostra fede.
- Il Signore ci dà appuntamento in questo tempo di grazia attraverso un più nutrito ascolto della Parola e un maggiore spazio di silenzio. Solo così possiamo gustare i suoi doni e rinsaldare in noi i motivi di speranza. La trasfigurazione ha una indubbia connotazione profetica: è annuncio del mistero pasquale nella sua intrinseca unità di morte e risurrezione. Tutto ciò ha nell’Eucaristia il momento di verifica e di perenne memoria salvifica.
- La Liturgia della Parola nell’Eucaristia domenicale è il luogo dove avviene ciò che è successo al Tabor, cioè il sacramento del parlare di Dio, qui, ora, per noi.
- La trasfigurazione è un mistero da approfondire, un dono d’amore di Gesù, una predilezione perché, gli apostoli e noi, non ci smarrissimo di fronte alla sofferenza e alla morte. È luce sul cammino penitenziale della Quaresima. Attraverso la trasfigurazione, la luce della Pasqua di Gesù rifulge sul nostro cammino. È illuminazione della mèta di gloria che è al termine della nostra esperienza terrestre. È accettazione della “sofferenza del Vangelo” per la trasfigurazione di tutte le cose.
- Pietro, Giacomo e Giovanni sono testimoni privilegiati di un evento chiamato trasfigurazione. Abituati ad incontrare un uomo, ora sperimentano la dimensione ultraumana di Gesù. Sul monte è già paradiso, sul monte è già eternità. Ma il privilegio accordato ai tre discepoli non va considerato a sé stante come un’isola felice, come gratificazione da consumarsi al momento e magari in uno stato di ebbra spensieratezza, bensì come un tonico per riprendere il cammino. Sul monte si è saliti non tanto per restarci, irresponsabilmente separati dalla pianura dove gli uomini combattono la loro battaglia per l’esistenza quotidiana, ma, al contrario, si è saliti per capire in profondità il senso della vita e ridiscendere a riprendere il duro cammino. Ovviamente, meglio corazzati e con una granitica certezza: «Ascoltate Gesù» è la nuova parola d’ordine, l’imperativo da tradurre nella vita. E’ un ascolto che si fa docile sequela di Cristo, sulle strade impervie della passione, per accedere poi alla gloria della risurrezione.
- Un’icona del volto di Cristo o della stessa Trasfigurazione sarà oggi posta in evidenza, possibilmente in presbiterio vicino il luogo della Parola.
- Oggi, in particolare, la Comunità cristiana è chiamata a dare importanza alla Parola di Dio proclamata, per rispondere all’invito di Dio fatto sul monte della trasfigurazione: «Ascoltatelo!».
- La nota caratterizzante questa celebrazione sarà, dunque, lo sguardo rivolto a Gesù, come a colui nel quale viene a noi la vicinanza fedele di Dio. Si ha così a disposizione pure un criterio per la scelta dei canti.
RITI DI INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
Celebriamo oggi la Seconda Domenica di Quaresima.
Il Signore ci dà appuntamento in questo tempo di grazia attraverso un più nutrito ascolto della Parola e un maggiore spazio di silenzio. Solo così possiamo gustare i suoi doni e rinsaldare in noi i motivi di speranza.
Gesù, sul monte della Trasfigurazione, lascia trasparire la sua vera identità, sostiene e favorisce l’adorazione di fede dei discepoli per sostenerli di fronte allo scandalo della Croce.
La Trasfigurazione è annuncio del Mistero pasquale nella sua intrinseca unità di morte e risurrezione. Tutto ciò ha nell’Eucaristia il momento di verifica e di perenne memoria salvifica. Per Gesù la Trasfigurazione illumina il cammino della Croce come cammino libero e amoroso di donazione. Questo cammino lo deve percorrere anche il cristiano sostenuto e alimentato dall’Eucaristia.
Aderiamo, pertanto, alla voce del Padre che indica nel Cristo trasfigurato il suo Unigenito con l’imperativo: «Ascoltatelo!», per professare la nostra fede e rendere autentica la sequela.
LITURGIA DELLA PAROLA
PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
In Gesù, Dio stesso rivela a noi la sua gloria. Ascoltare Gesù significa ascoltare Dio stesso, cogliere le sue intenzioni nei nostri confronti, trovare la direzione da dare alla nostra vita e i criteri da seguire nelle nostre scelte concrete.
Siamo invitati ad uscire da noi stessi, come Abramo, modello di fede, capace di ascoltare l’invito di Dio, di uscire dalla propria terra per guardare il cielo e riconoscere in esso il segno di una promessa carica di fecondità. Se saremo capaci di una fede tanto forte, ci riuscirà più facile accettare l’invito a comportarci da cittadini degni del Vangelo.
Nota: purtroppo non ho segnato da dove ho prelevato questi testi (comunque da un archivio online di una diocesi italiana) pertanto non ho modo di “garantire” la correttezza di quanto scritto. Se qualcuno lo sapesse, me lo può scrivere tramite la pagina dei contatti del sito.