Gesù, nel discorso della montagna, riporta la Legge alla sua origine. Non è un anarchico, non è venuto, lo dice con forza, per cambiare una sola virgola della Legge.
Ma contesta, e duramente la Legge orale, quell’infinita serie di minuziose e astruse prescrizioni che i devoti avevano elaborato per definire in ogni aspetto la vita del credente, facendolo impazzire e, ancora peggio, facendolo credere un giusto davanti a Dio.
Così Gesù prende molti aspetti della Legge orale e li riporta al loro significato originale, alla loro anima. Il culto è legato alla vita, Dio non accetta l’offerta se tuo fratello ce l’ha con te (non è neppure considerato il fatto che tu ce l’abbia col fratello!), Dio sa che anche una parola può mortificare, portare a morte il fratello.
Gesù propone ai suoi discepoli di non pesare col bilancino la proprie azioni, ma di andare all’essenziale, con forza. Allora come oggi, il rischio è quello di filtrate il moscerino e di ingoiare il cammello!
Se abbiamo conosciuto il Signore, chiediamogli la grazia di non essere ipocriti, di non sentirci mai arrivati, giusti davanti a lui. Solo riportando all’origine ogni norma, anche quelle della Chiesa, riusciamo a capire la verità del Vangelo.
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