Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2020 – Mt 7, 7-12

Il commento alle letture del 5 Marzo 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Questa infatti è la Legge e i Profeti

GIOVEDÌ 5 MARZO (Mt 7,7-12)

La Parola del Signore è verità eterna. Se l’uomo semina il male, male raccoglierà. Se invece semina il bene, bene raccoglierà. Se dona il suo perdono, riceverà il perdono dal Signore. Se odia e nutre rancore, rimarrà con i suoi peccati: “Chi ammicca con l’occhio trama il male, ma chi lo conosce si allontana da lui. Davanti a te la sua bocca è dolce e ammira i tuoi discorsi, ma alle tue spalle cambierà il suo parlare e porrà inciampo alle tue parole. Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui, anche il Signore lo ha in odio. Chi scaglia un sasso in alto, se lo tira sulla testa, e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra. Chi scava una fossa vi cade dentro, chi tende un laccio vi resta preso. Il male si ritorce su chi lo fa, egli non sa neppure da dove gli venga. Derisione e insulto per il superbo, la vendetta, come un leone, lo attende al varco. Sono presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii, il dolore li consumerà prima della loro morte. Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro. Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati?

Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui” (Sir 27,22-28,7). Come Gesù porta a compimento la Parola del padre suo? Ponendo l’uomo come misura del bene. Ogni uomo sa qual è il bene per la sua vita. Questo stesso bene dovrà fare ad ogni altro uomo. Misura larga usa per sé, misura larga deve usare per gli altri. Poiché ognuno sa il bene per sé, deve volere questo stesso bene per gli altri. Lo vuole, facendolo, realizzandolo. Questa Legge è universale, vale per ogni uomo. Secondo questa legge saremo anche giudicati nell’ultimo giorno. Quanto insegna San Paolo è degno di fede: “Perciò chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità. Tu che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità; ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e obbediscono all’ingiustizia. Tribolazione e angoscia su ogni uomo che opera il male, sul Giudeo, prima, come sul Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non fa preferenza di persone” (Rm 2,1-11). Poiché ognuno vuole un giudizio favorevole per se stesso, sempre deve avere una parola buona, di misericordia, per tutti gli altri.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Chi dona, può chiedere. Chi apre, può bussare. Chi si lascia trovare, può cercare. Se il nostro cuore è ermeticamente chiuso agli altri, anche il cuore del Padre sarà chiuso per noi. Se noi diamo cose buone agli altri, il Signore darà cose eccellenti a noi. Noi siamo la misura dell’amore di Dio per noi. A chi dona largamente, largamente sarà dato.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che non diamo con ristrettezza, ma con misura larga.

Fonte@MonsDiBruno

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