Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2020 – Mt 7, 7-12

“Preghiera vocale” (personale / communitaria) e “preghiera continua”

Oggi, consideriamo due espressioni della preghiera. Da una parte, la presenza di Dio, questo essere interiormente e continuamente con Dio in modo silenzioso che, d’altra parte, ha bisogno di un sostento: la preghiera vocale, espressa in parole, immagini e pensieri.

Questa preghiera vocale deve, prima di tutto, nascere dai nostri cuori, i nostri dolori, le speranze, le gioie, le sofferenze; della vergogna per il peccato, e di gratitudine per il bene, essendo così una preghiera molto personale. Ma abbiamo anche bisogno del sostegno di quelle preghiere in cui ha preso forma l’incontro di tutta la Chiesa con Dio (senza questo aiuto, la nostra preghiera personale e la nostra immagine di Dio diventano soggettive e alla fine riflettono più a noi che al Dio vivente).

Nelle formule di preghiera che sono emerse, prima dalla fede di Israele, e poi dalla fede di coloro che pregano come membri della Chiesa, impariamo a conoscere Dio e conoscere noi stessi: sono una scuola di preghiera.

Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net


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