Biblioteca Francescana – Commento al Vangelo del 4 Marzo 2020 – Lc 11, 29-32

Potremmo portare con noi, in questo giorno, una domanda: quali segni cerco per credere e convertirmi?

La novità di Gesù non finisce di scandalizzare e di scandalizzarci: scalza le false sicurezze alle quali, da secoli, siamo aggrappati nell’illusione di poter galleggiare sul mare della vita senza andare a fondo. Gesù le scalza tutte, indicando se stesso come il solo segno in grado di dare sicurezza, quella sicurezza che è la buona notizia dell’amore di Dio.

L’amore che Gesù ci rivela e vuole parteciparci come sguardo sulla realtà, come sentimento e pensiero, ha la forma di un amore crocifisso: un amore fedele sino alla fine e oltre.

Se faremo spazio a questo amore, se diremo il nostro sì, la vita si trasfigurerà in un’avventura colma di gioia e di solidità.

Dal Calendario del Patrono d’Italia 2020 – Ed. Biblioteca Francescana


A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 11, 29-32 In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del  giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

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