Tentazioni virali
La Quaresima, i quaranta giorni che hanno lo scopo di aiutarci a rimettere al centro della vita personale e comunitaria l’annuncio pasquale, inizia come sempre con questo racconto di Gesù che per quaranta giorni va nel deserto. Il perché ci va è subito detto dall’evangelista Matteo: “…condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”.
La strada umana del figlio di Dio passa per questa esperienza che è voluta da Dio. Ma perché lo Spirito di Dio conduce Gesù nel deserto? Si tratta per caso di una specie di “crash-test” di fedeltà che Dio opera per testare i punti deboli dell’uomo Gesù difronte alla missione che inizierà con la predicazione e che lo porterà allo scontro finale e quindi sulla croce? E Dio fa così anche con noi? Ci mette alla prova ogni tanto con qualche esperienza difficile o disgrazia per vedere se siamo fedeli e quindi ottenere il bollino di santità?
I “crash-test” sono operati non solo dai produttori di automobili, ma anche da tutte quelle aziende di macchinari e oggetti di largo uso per verificare la tenuta del prodotto e anche per vantare la sua solidità in situazioni estreme. Un crash-test, che porta il prodotto a rompersi, può essere un modo molto efficace per farne vedere la solidità molto alta, oltre quello che si poteva immaginare.
Gesù nel deserto viene mandato per dimostrare la sua solidità come Figlio di Dio e come uomo, e anche per dimostrare la debolezza del suo tentatore con le sue tentazioni.
Il deserto per il popolo di Israele è il luogo del lungo cammino di liberazione che lo ha fatto diventare popolo di Dio attraverso molte prove. Alla fine del cammino dalla schiavitù d’Egitto il popolo arriva alla Terra promessa, e ci arriva rinnovato profondamente, con una consapevolezza nuova della sua forza e della forza di Dio. I momenti difficili ci sono stati e in qualche occasione si è andati vicini alla rottura finale dell’alleanza con il ritorno alla schiavitù, ma poi la vittoria finale c’è stata, perché Dio ha mostrato la sua presenza più grande di ogni resistenza.
Gesù è nel deserto con questa consapevolezza profonda: da Dio viene e in Dio e nel suo amore è protetto. Il diavolo non può scalfirlo con le più raffinate seduzioni, che all’apparenza non sembrano così malvagie, ma sono nel loro profondo un tentativo di allontanare l’uomo Gesù dalla sua natura divina di Figlio di Dio. Gesù viene tentato sulla fame, sulla religione e sul potere. Viene messo davanti a quelle realtà che spesso portano ogni uomo a perdere la propria identità profonda di figlio di Dio.
Quando pensiamo che i beni materiali siano più importanti di quelli spirituali, è li che rischiamo di dimenticare che siamo fatti per amare ancor prima che di mangiare. E che chi ci sta accanto non è solo una pancia da riempire ma prima di tutto un cuore da scaldare, perché “non di solo pane vivrà l’uomo”. Quando riduciamo la religione a qualcosa di magico e non approfondiamo veramente l’insegnamento della nostra fede, rischiamo di cadere anche noi nella trappola “religiosa” del tentatore quando esorta Gesù a buttarsi dal Tempio per sopravvivere in modo magico, come se fosse quella la vera fede. Quando anche noi pensiamo che la vera potenza sia nel controllo di più beni e persone possibili, quando pensiamo che il successo sia tutto e che dalle tasche piene saremo giudicati, anche noi rischiamo di perdere quello che abbiamo già nel cuore che è la capacità di amare, la più potente delle capacità e il più potente dei mezzi per avere il mondo sotto i nostri piedi. Infatti proprio dall’alto della croce Gesù avrà tutto il mondo sotto controllo del suo amore.
Gesù supera il crash-test del deserto evidenziando tutti i punti deboli dell’azione del diavolo. Per questo che all’inizio della Quaresima anche noi guardiano a Gesù nel deserto per poterlo scegliere di nuovo, per fare come lui, per essere come lui.
Quest’anno la nostra Quaresima inizia anche con una emergenza sanitaria che voglio vedere come un imprevisto crash-test per la nostra fede e anche per la nostra umanità. Abbiamo l’occasione per far vedere i punti forti che abbiamo già dentro e con i quali Dio ci ha creati. Non è Dio ad aver mandato il coronavirus, ma è lui che come Gesù ci conduce con il suo Spirito d’amore anche dentro questo deserto insidioso e per molti aspetti misterioso. Abbiamo lo Spirito di Dio in noi e abbiamo tutta l’umanità di Cristo. Non possiamo cedere e sono sicuro che alla fine verrà fuori il meglio di noi, della nostra comunità cristiana e della nostra umanità. E ancora una volta come nel racconto evangelico sarà il tentatore a fare brutta figura…
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)
Letture della Domenica
I DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA
Prima Lettura
La creazione dei progenitori e il loro peccato.
Dal libro della Gènesi
Gen 2,7-9; 3,1-7
Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)
R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.
Seconda Lettura
Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,12-19
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. Parola di Dio.
Forma breve:
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
5, 12.17-19
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
Parola di Dio
Vangelo
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore