«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato, venire ucciso e risorgere».
Esistono parole più chiare e inequivocabili? Credo di no! Gesù è lapidario: il Cristo di Dio non è un supereroe secondo le nostre categorie, non è un potente, circondato da onore e gloria. Sebbene il suo andare verso Gerusalemme sia caratterizzato da incontri, da guarigioni, da folle che lo seguono e inneggiano a lui, di fatto la sua parola chiara, i suoi gesti colmi di misericordia e di vita, il suo annuncio di Dio gli costeranno cari: sofferenza, rifiuto, morte.
Ma finisce tutto così? Come un film drammatico?
È vero, Gesù muore, ma il finale è decisamente aperto. La risurrezione, incredibilmente, lo ribalta. Tutto sembra perduto e invece… risorge!
Ma ci basta? NO! Non può bastarci! Lui è chiaro nella proposta, ma sta a noi decidere se guardare la sua storia e magari raccontarla come fosse davvero la trama di un film o se coinvolgerci e accettare la sua proposta: Andargli dietro, sapendo di dover mettere tra parentesi noi stessi, i nostri criteri, le nostre assolute certezze sul mondo e sugli altri per fare della nostra vita un dono… fino alla croce… fino in fondo.
Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.