Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2020 – Servizio Pastorale Giovanile di Pompei

«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato, venire ucciso e risorgere».

Esistono parole più chiare e inequivocabili? Credo di no! Gesù è lapidario: il Cristo di Dio non è un supereroe secondo le nostre categorie, non è un potente, circondato da onore e gloria. Sebbene il suo andare verso Gerusalemme sia caratterizzato da incontri, da guarigioni, da folle che lo seguono e inneggiano a lui, di fatto la sua parola chiara, i suoi gesti colmi di misericordia e di vita, il suo annuncio di Dio gli costeranno cari: sofferenza, rifiuto, morte.
Ma finisce tutto così? Come un film drammatico?

È vero, Gesù muore, ma il finale è decisamente aperto. La risurrezione, incredibilmente, lo ribalta. Tutto sembra perduto e invece… risorge!

Ma ci basta? NO! Non può bastarci! Lui è chiaro nella proposta, ma sta a noi decidere se guardare la sua storia e magari raccontarla come fosse davvero la trama di un film o se coinvolgerci e accettare la sua proposta: Andargli dietro, sapendo di dover mettere tra parentesi noi stessi, i nostri criteri, le nostre assolute certezze sul mondo e sugli altri per fare della nostra vita un dono… fino alla croce… fino in fondo.


Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 9, 22-25 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?». Parola del Signore

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