Medita
Gesù comincia ad insegnare che lui è il Messia Servo, e afferma che presto sarà messo a morte nello svolgimento della sua missione di giustizia. Gesù tira conclusioni valide fino al giorno d’oggi: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. In quel tempo la croce era la pena di morte che l’Impero Romano imponeva ai criminali. L’invito di Gesù è una chiamata universale a entrare con lui nel suo cammino verso il Padre. Per condividere il destino di Gesù in cammino bisogna rinnegare se stessi e portare ogni giorno la propria croce. Rinnegare se stessi significa ricevere la propria vita come grazia, portare ogni giorno il peso del servizio ai fratelli e addossarsi il fardello delle prove, delle contraddizioni e delle persecuzioni. La croce non è esigenza del Padre; è la conseguenza dell’impegno liberamente assunto da Gesù di rivelare la Buona Novella che Dio è Padre, e che quindi tutti e tutte dobbiamo essere accettati e trattati da fratelli e sorelle. A causa di questo annuncio rivoluzionario, lui fu perseguitato e non ebbe paura di dare la propria vita. Non c’è prova d’amore più grande che dare la vita per il fratello.
Rifletti
Tutti aspettavano il messia, ognuno a modo suo. Qual è il messia che io aspetto e che la gente di oggi aspetta?
Prega
Ti seguirò nella via del dolore
e la tua croce ci salverà.
(canto liturgico)
Fonte: Ascolta e Medita – Febbraio 2020 curato da Domenico Coviello, Angela Castino – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.