“Pose in mezzo a loro un bambino”
Gesù chiede ai Dodici di farlo partecipe della loro conversazione, di averne un resoconto informativo. Ma in coscienza essi riconoscono che il tema non era dei migliori, soprattutto per il modo con cui hanno gestito la conversazione. Piuttosto che “spegnere” la discussione, l’hanno alimentata magari evocando il passato, episodi, momenti, frasi ed atteggiamenti. Probabilmente avranno anche alterato e distorto anche alcune frasi o gesti fatti da Gesù per riportarli a sostegno della loro versione dei fatti e delle idee di ciascuno.
Gesù risponde indicando come principio che “il primo è colui che si fa servitore degli altri”, ma non spende molto tempo per ragionare, dissuaderli o rimproverarli. Piuttosto abbraccia un bambino, ponendolo nel centro. Se vuoi correggere qualcuno o cambiare la mentalità di un gruppo a volte non serve spendere molte parole. È necessario orientare lo sguardo verso il bene che si vuole raggiungere e per cominciare in prima persona a cambiare il proprio stile e il proprio atteggiamento in quella direzione.
Se gli altri discutono su chi è il più grande, tu comincia da un abbraccio. Dall’abbraccio del più piccolo.
In breve
Per cambiare un ambiente o una mentalità non fermarti solo a parlare di quello che manca e che andrebbe fatto. Comincia con gesti semplici, ordinari ed evidentemente orientati ai nuovi cambiamenti da raggiungere. Dimostra che si può partire da poco e già da subito.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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