Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 25 Febbraio 2020

Il vangelo di oggi ci manifesta un contrasto doloroso tra Gesù e i suoi discepoli.

Da un lato, abbiamo il Signore che predice della donazione di sé, del farsi l’ultimo e il servo di tutti, mentre gli apostoli pensano ai primi posti, pensano a chi è il più grande tra di loro.

Vogliono essere grandi, ma in maniera sbagliata. Lo fanno facendo i bambinoni capricciosi. Gesù mostra allora la via giusta: la via del cielo non è fare i bambinoni ambiziosi, ma è diventare grandi accogliendo chi è piccolo, puntando verso l’essenziale.

Appianando la strada al Signore attraverso l’umiltà. Perché Gesù ci rivela qualcosa di inaudito su Dio: Dio è umile.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 9, 30-37 In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Parola del Signore

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